domenica 17 febbraio 2013

si al si e al no



Non è giunto colui che cammina. Il pellegrino non è un saggio, non è un santo. È un amico della saggezza, un amante della santità

La verità che tu cerchi non sta al termine del cammino. Sta dappertutto. Sta in te. Te stesso cerchi, o pazzo. E vai a cercarti lontano!

Infatti il mio corpo che si trascina nel mondo esterno ignora la verità che la mia intelligenza ha visto. Voglio mettere i piedi nei passi del mio pensiero, voglio tastare con le mani ciò che sa il mio sapere, voglio pesare il mio peso sulla terra promessa delle certezze spirituali.

Va, pazzo! mettiti dunque in marcia con tutta la tua vita. E la strada faccia cantare il tuo corpo di canna secca e le tue gambe di vento.

Principi VII

In La Montée des Ames Vivantes Shantidas propone una sintesi delle teorie cosmogoniche: cos'è la realtà, cos'è il mondo, è eterno o è stato creato? E se è stato creato, perchè?
Questa domanda segna l'inizio del pensiero Occidentale:  per Parmenide l'essere  è l'unica realtà, ciò che non permane è contingenza, transizione, apparenza; per Eraclito tutto diviene, la vera realtà è il divenire, tutto è relativo. Si tratta in fin dei conti di due monismi: la realtà è una sola, o l'essere in sè o l'essere in divenire. Al monismo si oppone il dualismo manicheo e gnostico: il mondo è malo, è un inganno, una caduta, un errore, la felicità è perciò la fuga, la morte è l'unica vera liberazione.

Tace la casa

Tace la casa
dell'eco dei tuoi tacchi
e respiro grato
di saperti lontana.

sabato 16 febbraio 2013

Partorirai con dolore

Capita di sentire madri che si rivolgono al resto dell'universo (uomini in generale ma anche donne che non hanno partorito) con un tono ermetico: tu non hai partorito. Va bene, non ne discutiamo, è un dato oggettivo. Embè?
Perchè se il criterio per comprendere una esperienza fosse di viverla, allora dovremmo alcolizzarci, drogarci, finire in galera per furto, omicidio, stupro e diffamazione prima di poter avere una opinione che possa essere presa in considerazione.
Il che alla fine sarebbe tragico in una prospettiva razionale, in quanto l'unica esperienza di cui valga la pena sapere qualcosa, l'unica su cui dovremmo davvero essere informati, è anche l'unica della quale nessuno ci ha mai raccontato nulla: la morte.
Perciò coloro ai quali è rimasto un po' di buon senso, alle madri suddette fanno un bel sorriso: se tu avessi imparato qualcosa dalla tua esperienza, sapresti raccontarla anche a chi non l'ha vissuta e sapresti dirmi cose che neppure mi immagino.

venerdì 15 febbraio 2013

si al si, no al no

 
(rinuncia 3)

Ogni pensiero si ferma e si definisce quando risponde “sì” al sì, e “no” al no.

Ma la vita risponde “sì” al no come al sì. Si bilancia fra un contrario e l'altro, cade, e con la caduta si perpetua.

Se la vita non è la ricerca di una verità nella quale si arresti e si compia, allora è un errore, ed ogni suo passo la moltiplicazione dell'errore.

Principi VI 

giovedì 14 febbraio 2013

ciò che va-da-sé (rinuncia 2)

A che gli vale un veicolo? se la ride delle macchine rotolanti, colui che ritorna all'evidenza!
Va solo, a piedi, colui che va a ciò che va-da-sé.
 Principi IV


Le macchine rotolanti corrono e fanno arrivare prima. Arrivare prima dove? A quale traguardo ti conducono? Perchè?
Fanno risparmiare tempo per portarti dove non vuoi andare, dove non sai se vuoi andare. Tutti di corsa per arrivare non si sa dove. L'importante è risparmiare tempo, perchè il tempo è denaro.
Bisogna correre per fare profitto, perchè la gazzella corre per sfuggire al leone, il leone per raggiungere la gazzella, ma tutti corrono attorno nella giostra del mondo.

Sulla strada: la rinuncia di Benedetto XVI

Dura e contrastata vita quella di un pacifico barbone. Ma talvolta la gioia delle fontane la rischiara e sempre la grandezza del cielo.
Da molto tempo porto bastone, bisaccia e barba.
A furia di bilanciarmi da un piede all'altro, ho finito col dimenticare ciò che mi hanno insegnato a scuola, col dimenticare ciò che ho imparato sui libri.
I pochi pensieri che mi restano, sballottati a lungo nella testa con uno sgradevole rumore, rinsecchiti all'aria e al sole, si son ridotti a quasi nulla.
È da imbecille il dire cose ovvie con gran fervore, e come se le si fosse inventate or ora. Perdona, amico, se ormai non so fare altro.
Altro non so che cose talmente evidenti che un uomo intelligente disdegna dirle, talmente evidenti che la maggior parte degli intelligenti hanno finito col dimenticarle.
Lanza del Vasto
Principi e Precetti del Ritorno all'Evidenza, I


Il 12 Febbraio papa Benedetto XVI ha abdicato/rinunciato alla cattedra di Pietro. Ritenendo di non essere più in grado di svolgere bene il proprio ufficio.
Tanti altri non fanno bene quello che devono fare, e potrebbero prendere esempio.
Ma c'è anche un'altra ragione per abdicare: per andare in cerca di se stessi. Non è il caso di Ratzinger, è semmai il nostro caso, viandanti e pellegrini che sfuggono alla falsa luce dei titoli e degli incarichi, noi che non crediamo di essere definiti da ciò che gli altri vedono in noi.
Ho letto da qualche parte (ma non ne sono sicuro) che S.Tommaso d'Aquino cominciasse le proprie lezioni mostrando una mela: questa è una mela, chi non è d'accordo può uscire subito.
C'è una evidenza che ci sfugge, l'evidenza dell'essere che è ciò che è e null'altro di ciò che è. Ma questa evidenza non è il risultato di una discussione, di uno scontro dialettico. Questa evidenza è ciò che appare agli occhi quando si aprono, ciò che sostiene il piede, ciò che resta nella mano che afferra.
I troppointelligenti disdegnano di occuparsi di queste inezie. Io no. Noi no.  

domenica 10 febbraio 2013

Surge et Extende

Prima Scena: il palcoscenico è vuoto, alle pareti spoglie sono appoggiate panche di pietra.
Sulla panca di destra sono seduti un mendicante e un servo, su quella di sinistra un pescatore e un intellettuale.

Il mendicante si alza e si porta al centro della scena, dove comincia a parlare guardando per terra, come riflettendo tra sé.

Il Mendicante:
Noi siamo un popolo dalla dura cervice che si smarrisce lungo le proprie strade e Lui è un Dio geloso che punisce le colpe dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione.
Chi abbia peccato dei miei padri non lo so, so che sono nato con la mano paralizzata, manum aridam. L'Altissimo è giusto e misericordioso e vero è il suo giudizio, lo so e ho studiato la sua legge con il massimo impegno per tutta la vita. Nessuno insegna la Torah ad un peccatore e massimamente nessuno la insegna ad un peccatore povero, pertanto ho dovuto fare da me, ascoltando avidamente chi parla alla sinagoga o di nascosto le lezioni dei rabbi ai figli dei sacerdoti.