mercoledì 26 giugno 2013

Largo Antenore

Largo Antenore nel tardo pomeriggio è una festa di colori, le commesse sciamano dai negozi mescolandosi alle segretarie e riempiono l'aria di voci acute, scoppiettanti. Spritz e crema di whisky, coca cola e spinelli.
Martina da qualche mese frequenta la compagnia di largo Antenore, convinta che la vita vada vissuta e il lavoro appena acquisito fosse solo l'inizio di una corsa di successo, la porta aperta per uscire dalla periferia dell'insignificanza. Le ragazze più mature l'avevano accolta con magnanimità e sufficienza, spiandone tuttavia e misurandone le risorse e le potenzialità.

Piazza Matteotti

I ragazzi fanno compagnia in piazza Matteotti. Ai due angoli opposti della piazza, separati da sguardi biechi, torbidi, derisori.
Compagnie stabili senza legami, fisse senza centro di gravità, uguali a se stesse e sempre cangianti. Di notte o di giorno stanno seduti o in piedi, parlando o urlando, bevendo birra o fumando tabacco o erba.

mercoledì 5 giugno 2013

Limbo

Sono disceso al limbo del ricordo,
Vi trovai il supplizio preparato,
Là, fra profumi soffocati e lume sordo,

Per il tappeto soffice d'un prato,
Rividi molte e riconobbi donne
Dolci e belle ed amate, da ogni lato.

Alcune con, alcune senza gonne,-
Qual con l'odor più del corpo preciso,-
O nude e chiuse come le colonne.-

giovedì 30 maggio 2013

L'Ultima Notte


L'ultima notte

Mangiamo distratti un piatto di pasta al pomodoro per cena, mi chiede dell'ufficio, le reazioni dei dipendenti, se si è saputo di noi chiusi nell'ascensore e se ridono. Parliamo del nuovo governo, della donna al ministero dell'integrazione, primo ministro di colore nella storia della Repubblica.
Mi fa vedere alcune cose che ha scritto in rete sui vari blog, su Twitter, su Facebook. Poi andiamo a letto.
Guardo il soffitto e le dico: «Domani torno a casa mia».

Al Lavoro


Al lavoro

Il sole entra prepotente dalla finestra, Luisella si scuote e apre gli occhi felice. Inesauribili sono le risorse dell'essere umano, penso io. Avrebbe tutte le ragioni per piangere e deprimersi, per fare il lutto per la delusione del suo amore, e invece gli occhi straripano di felicità.
Mi preparo per andare al lavoro, le lascio le chiavi di casa. «Fai quello che vuoi» le dico. Non ha ancora deciso, ha bisogno di tempo. Va bene, non c'è fretta.

Il sogno


Il sogno

Mi siedo nell'ultimo banco e senza accorgermene mi addormento. E dormendo sogno.
Una terra desolata e triste, di rifiuti e alberi bruciati. Qualcosa si muove, polvere su polvere si raccoglie, le ossa crescono, si allungano, si articolano, sulle ossa i tendini, la carne, i muscoli, la pelle.
Stanchi e a fatica vecchi deformi si alzano dalla polvere, malati, feriti, storpiati, consumati dall'ultima fatica del morire. Alzandosi la pelle si distende, i muscoli ritrovano vigore. Quando sono in piedi sono splendidi giovani atleti, vestiti di bianco fino ai piedi nudi.

La cresima


La cresima

Arrivo presto in chiesa. Ci sono già molte persone, tutte eleganti, le donne sono sfilate di moda, il chiacchiericcio è continuo e insopportabile.
Il parroco ripete continuamente l'invito al silenzio aumentando così il rumore di fondo. Qua e là ammiro qualche uomo in silenzio, ma donne e giovani sembrano pervasi dalla frenesia di dare le ultime importanti disposizioni prima di un lungo viaggio. I giovani maschi sono tanto vanesi quanto le donne, vestitini firmati, capelli alzati a cresta con il gel abbondante. Le ragazzine mostrano con orgoglio la recente abbronzatura delle gambe e delle schiene e del seno.
Le donne mature vestono allo stesso modo delle giovani e allo stesso modo mostrano molto di ciò che invece sarebbe conveniente nascondere. Pelle rugosa e spessa, gambe deformi, rotoli di grasso che sfuggono ribelli ai vestiti stretti.