mercoledì 26 giugno 2013

Largo Antenore

Largo Antenore nel tardo pomeriggio è una festa di colori, le commesse sciamano dai negozi mescolandosi alle segretarie e riempiono l'aria di voci acute, scoppiettanti. Spritz e crema di whisky, coca cola e spinelli.
Martina da qualche mese frequenta la compagnia di largo Antenore, convinta che la vita vada vissuta e il lavoro appena acquisito fosse solo l'inizio di una corsa di successo, la porta aperta per uscire dalla periferia dell'insignificanza. Le ragazze più mature l'avevano accolta con magnanimità e sufficienza, spiandone tuttavia e misurandone le risorse e le potenzialità.

Martina era felice di essere trattata alla pari da donne meravigliose, di cui intuiva il potere e la grande esperienza di vita. Ammirava la vivacità di alcune, la gioia di vivere, la battuta pronta, il fare spigliato, il sorriso aperto e complice, la certezza della vittoria.

Dopo il lavoro Alberto passa qualche ora in piazza, tornare a casa gli è penoso. I figli, grandi ormai, se ne sono andati sbattendo la porta, correndo decisi incontro alla loro propria sconfitta. La moglie è acuta oltre ogni descrizione nel rimproverargli sempre qualcosa, una mancanza non vista nè sospettata prima. La cena, quando c'è, è fredda, insipida e solitaria.
Lo stipendio basta appena per tirare a fine mese, lo stipendio suo e di sua moglie messi insieme. Lei non si ferma in piazza ma finito il lavoro torna a casa e ricomincia angosciata e angosciante, finchè non crolla davanti al televisore e si addormenta. A notte fonda rientra anche lui, spegne la televisione e va a letto.

Il sole tramontando colora il cielo di rosso e si riflette sui bicchieri alzati in largo Antenore. Martina è allegra, convinta di vivere un giorno speciale. Ha indossato un vestito nuovo, comprato per pochi soldi ad una bancarella, pochi decimetri di tela leggera, sintetica, rosa trasparente. Sandali leggeri, pochi fili neri su tacchi da dieci centimetri. Il suo profumo preferito. Una borsetta nera, piccola, lucida. Nient'altro. Il venticello caldo si mescola alla tramontana e scherzando le sollevano il vestito o lo gonfiano mostrando i seni e le natiche dei venti anni.
Passano le Ferrari e le Porche in largo Antenore. Uomini affascinanti sporgono occhiali neri dalle decappotabili. I motori ecologici scivolano silenziosi in cerca di un parcheggio.
Martina li segue con la coda dell'occhio, fingendo disinteresse ma attenta ad imparare la tecnica dell'adescamento dalle più esperte. È convinta che non sia ancora il suo momento ma si prepara con determinazione. Le donne ridono in cerchi irregolari e variopinti, avvolte nella tenere luce del tramonto, mentre gli uomini scendono dalle auto e si diperdono.


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