Sono disceso al limbo del ricordo,
Vi trovai il supplizio preparato,
Là, fra profumi soffocati e lume sordo,
Per il tappeto soffice d'un prato,
Rividi molte e riconobbi donne
Dolci e belle ed amate, da ogni lato.
Alcune con, alcune senza gonne,-
Qual con l'odor più del corpo preciso,-
O nude e chiuse come le colonne.-
mercoledì 5 giugno 2013
giovedì 30 maggio 2013
L'Ultima Notte
L'ultima
notte
Mangiamo
distratti un piatto di pasta al pomodoro per cena, mi chiede
dell'ufficio, le reazioni dei dipendenti, se si è saputo di noi
chiusi nell'ascensore e se ridono. Parliamo del nuovo governo, della
donna al ministero dell'integrazione, primo ministro di colore nella
storia della Repubblica.
Mi
fa vedere alcune cose che ha scritto in rete sui vari blog, su
Twitter, su Facebook. Poi andiamo a letto.
Guardo
il soffitto e le dico: «Domani torno a casa mia».
Al Lavoro
Al
lavoro
Il
sole entra prepotente dalla finestra, Luisella si scuote e apre gli
occhi felice. Inesauribili sono le risorse dell'essere umano, penso
io. Avrebbe tutte le ragioni per piangere e deprimersi, per fare il
lutto per la delusione del suo amore, e invece gli occhi straripano
di felicità.
Mi
preparo per andare al lavoro, le lascio le chiavi di casa. «Fai
quello che vuoi» le dico. Non ha ancora deciso, ha bisogno di tempo.
Va bene, non c'è fretta.
Il sogno
Il
sogno
Mi
siedo nell'ultimo banco e senza accorgermene mi addormento. E
dormendo sogno.
Una
terra desolata e triste, di rifiuti e alberi bruciati. Qualcosa si
muove, polvere su polvere si raccoglie, le ossa crescono, si
allungano, si articolano, sulle ossa i tendini, la carne, i muscoli,
la pelle.
Stanchi
e a fatica vecchi deformi si alzano dalla polvere, malati, feriti,
storpiati, consumati dall'ultima fatica del morire. Alzandosi la
pelle si distende, i muscoli ritrovano vigore. Quando sono in piedi
sono splendidi giovani atleti, vestiti di bianco fino ai piedi nudi.
La cresima
La
cresima
Arrivo
presto in chiesa. Ci sono già molte persone, tutte eleganti, le
donne sono sfilate di moda, il chiacchiericcio è continuo e
insopportabile.
Il
parroco ripete continuamente l'invito al silenzio aumentando così il
rumore di fondo. Qua e là ammiro qualche uomo in silenzio, ma donne
e giovani sembrano pervasi dalla frenesia di dare le ultime
importanti disposizioni prima di un lungo viaggio. I giovani maschi
sono tanto vanesi quanto le donne, vestitini firmati, capelli alzati
a cresta con il gel abbondante. Le ragazzine mostrano con orgoglio la
recente abbronzatura delle gambe e delle schiene e del seno.
Le
donne mature vestono allo stesso modo delle giovani e allo stesso
modo mostrano molto di ciò che invece sarebbe conveniente
nascondere. Pelle rugosa e spessa, gambe deformi, rotoli di grasso
che sfuggono ribelli ai vestiti stretti.
Il buco 4
Il
buco 4
Il
cellulare ha finito la carica, non so più che ore siano. Forse
mezzanotte, forse le due. Sono stanco e di tanto in tanto mi accorgo
che assopisco. La voce di Luisella mi coglie di sorpresa: «Ho
freddo.» Faccio per sfilarmi la giacca ma lei mi interrompe: «Non
se parla neppure, almeno di questo dobbiamo essere convinti: che
femminismo e cavalleria sono incompatibili!»
Mi
si avvicina dunque e mi si raggomitola addosso, con la mia giacca ci
copriamo ambedue, con la sua giacca si copre le lunghe gambre
lasciate nude dalla minigonna e dai collant ammucchiati in un angolo
dell'ascensore inzuppati della nostra orina.
Il buco 3/1
Il
buco 3/1
«Il
mondo è pieno di violenza e noi abbiamo la possibilità di cambiare,
di dire basta!» La voce di Luisella viene dal buio, come una canzone
antica, puro suono senza volto: «La violenza mantiene le relazioni
di potere, è la violenza del potere e si esprime anche con il
controllo dei corpi, perchè anche il corpo è merce che deve
obbedire alle regole del mercato. Io in quanto donna devo stare
dentro ai ruoli che mi vengono imposti, non posso dire NO, non posso
scegliere.
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