Decidiamo di andare alla messa di CL
alle 9,15 e senza accorgermene dormo difilato fino alle 8: capita
raramente, molto raramente. Dopo colazione andiamo a messa: non è
nella cripta ma nella chiesa perchè c'è molta più gente. Non sono
i volontari ma i partecipanti, si vede subito l'età che fa un balzo
in avanti. Mentre nella cripta ero tra i più anziani, qui sono tra i
più giovani. In ogni caso è più gradevole il clima in generale, le
musiche e la predica. I preti di CL, volenti o nolenti, hanno un quid
che li distingue.
Questi sono i ciellini storici, quelli degli anni di piombo. Hanno i pantaloncini corti, un po' sbracati come i milanesi in villeggiatura. Io non sono mai andato a messa in pantaloncini, li guardo con un po' di condiscendenza. Ma i milanesi hanno una concretezza tutta loro, mirano dritti al loro obiettivo e passano sopra con noncuranza a quelli che hanno inquadrato come dettagli. Le donne milanesi soprattutto.
Per il resto passiamo la giornata al
mare. Nel programma di oggi non c'è molto che mi attira, forse un
incontro la sera, vedremo. Mio figlio mi sorprende perchè a pranzo
dice che vuole andare al Meeting, allo sport village a giocare a
scacchi, basket, biliardino, subuteo. Va bene, lo affidiamo alla
mamma di un suo amico e parte.
Tornando al mare incrocio una signora
abbronzatissima e arrabiatissima. Mi viene da dirle che non deve
avercela con me, io non c'entro nulla. Mi rendo conto che mangia due
mele al giorno, che due volte a settimana urla per la ceretta, che
resta asceticamente immobile per ore sotto il sole e nonostante tanti
sacrifici non è ancora la regina dell'universo e neppure del
vialetto sotto casa.
Per me è la seconda volta che vado al
mare quest'anno. Le vacanze sono tempo vacante, che manca, non c'è.
Guardo con compassione la gente che spreca il tempo passeggiando
sulla sabbia. Il poco tempo che abbiamo merita ben altro. In ogni
caso talvolta si può mollare un punto. Non metto nessuna crema, roba
da donne come l'acqua calda sotto la doccia. A sera ho qualche
pizzicore sulla pelle, ma ho una carnagione scura di natura e mi
basterebbe poco per riprendere il colore dei miei vecchi.
Alle sette torno in fiera per un
incontro sulle povertà sanitarie. Francesco Marsico, vice direttore
della Caritas Italiana, fa un quadro della povertà, assoluta e
relativa: sconsolante. Ci sono in Italia persone che non riescono
neppure ad acquistare i farmaci per curarsi, neppure a comprare da
mangiare.
La Caritas ritiene che almento 4 milioni di persone oggi in
Italia ricevano un contributo per mangiare dalle associazioni del
volontariato cattolico.
Nell'insieme come analisi mi pare che
vengano fuori solo due cose interessanti: Hauserman, presidente di
Assogenerici, propone di abolire il capo V della Costituzione, quello
che affida alle regioni la gestione della sanità. Una delle poche
cose intelligenti da fare, altro che nuova legge elettorale mister
Letta! Come si può dire che i diritti umani, compresa la salute, non
sono negoziabili, che ogni uomo ha diritto alle cure sanitarie, di
qualunque razza e nazionalità sia, e poi accettare che i veneti
abbiano un diritto alla salute diverso dai lombardi o dai piemontesi?
Mah, misteri della politica.
Eppoi Gradnik, farmacista presidente
del Banco Farmaceutico: non è detto che il nostro sistema sanitario
sia sostenibile a lungo. E allora? Ci decidiamo a prenderne atto?
Aggrapparsi con le unghie al terreno per trattenere la macchina che
sta cadendo nel burrone non salverà la macchina ma brucerà le
unghie. Prima ci rendiamo conto che la sanità pubblica è fottuta,
prima troveremo delle alternative.
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