domenica 6 gennaio 2013

Femminicidio #19


Il disertore

Ebbene basta, non ne posso più, mi sono davvero rotto di tutte le vostre minchiate, me ne vado.
Non ne posso più dei poveri che, quando costruiscono, si affannano per arricchire i ricchi ma quando distruggono, distruggono tutto.
Non ne posso più delle donne presuntuose e stupide che si masturbano domandandosi se sia meglio avvocato, avvocata o avvocatessa.
C'è una baracca lassù tra le rocce e le nevi. Con me l'essenziale. Coprirsi. Mangiare. Pensare.

Ho avuto qualche indugio sul libro da portare con me, poiché volevo solo ciò di cui non posso fare a meno. Gandhi, uno degli uomini più colti e degli scrittori più prolifici del secolo scorso, con sé aveva cinque libri: la Bhagavad Gita, il Corano, la Bibbia, Unto This Last di Ruskin e The Kingdom Of God Is Within You di Tolstoj. L'unico che forse ho in casa è la Bibbia. Lo cerco ma accidenti non lo trovo. Finchè salta fuori una bibbia latina di mia nonna. Va bene lo stesso anche se il latino che conosco è molto povero, quello del liceo, quando noi lo studiavamo senza crederci e i professori lo insegnavano senza amarlo.
Eppoi basta. Vado via.
Da quassù guardo il mondo dei pazzi laggiù che si affretta a farsi del male. Poveracci!
Quassù ascolto lo stormire del vento e gli uccelli, mi alzo e mi corico con il sole, peso le montagne.
Quando la nostalgia mi prende apro il libro.
Liber generationis Iesu Christi filii David filii Abraham. Il Vangelo di Matteo è quello che mi piace di più, perchè Matteo era un pubblicano, guardato con riprovazione dalla gente per bene. Ma era anche un pignolo, come un buon esattore delle tasse deve essere.
Libro della generazione di Gesù Cristo. Mi sembra di ricordare che generationis venga tradotto dalla CEI genealogia. Cosa c'entra? Genealogia mi fa venire in mente la dinastia, il casato, qualcosa di cui andare fieri. Generationis al contrario mi ricorda la pura e semplice riproduzione, la generazione animale, fisica, come gli uccelli qui attorno sono legati da una catena ininterrotta al primo uccello della creazione. Poichè del primo possiamo discutere, di come e perchè sia comparso dal nulla, ma di tutti i successivi non si può discutere, poichè se uno solo degli ascendenti di questo pettirosso fosse caduto in una rete un attimo prima del necessario, per tutti i milioni di anni che ci precedono, questo pettirosso non sarebbe qui.
Ad ogni modo io che non sono teologo ma ho tanto tempo libero, mi ripeto all'infinito la filastrocca e non mi preoccupo troppo se sia una genealogia o una generazione.
Figlio di Davide figlio di Abramo.
Abraham genuit Isaac. Da Sara. Matteo ci passa sopra, io no. Donna scema e perfida come poche nella storia e, dei due difetti, non saprei scegliere il peggiore. Scema perchè rise dei tre Arcangeli di Dio che le annunciavano la maternità. Perfida perchè, non avendo figli e dovendo convivere con quel vecchio convinto di aver ricevuto la promessa di una grande discendenza, per liberarsi del sospetto di essere lei sterile, mise tra le braccia del marito la schiava Agar. Quando Agar rimase incinta, però la fece partorire tra le proprie gambe, al fine di impossessarsi del figlio partorito dalla schiava. Ma quando lei partorirì il suo proprio figlio se ne fregò di aver messo Agar tra le braccia del marito e di dove la schiava avesse partorito: cacciò la schiava e il figlio di Abramo a morire nel deserto. Abramo lasciò fare, Dio lasciò fare. Io le avrei spaccato la testa! Ma Dio la pensa diversamente: sarà per questo che dicono che per gli ebrei è ebreo il figlio di madre ebrea. Il figlio della schiava, pur essendo figlio di Abramo, non era ebreo perchè la madre non era ebrea. L'uomo può essere cinconciso ed entra di diritto nel popolo eletto, la donna invece o nasce ebrea o nasce non ebrea. Pace.
Isaac autem genuit Iacob. Autem nelle traduzioni scompare. Chissà perchè. Sarebbe a dire: Tuttavia (o anche: ma, però, in alternativa cioè) Isaac generò Iacob. Chissà perchè tuttavia. Forse perchè avrebbe dovuto o potuto essere diversamente. Forse Isaac avrebbe potuto generare il Cristo o forse non avrebbe dovuto generare, invece generò Giacobbe.
Ad essere precisi non è vero che Isacco tuttavia generò Giacobbe. Infatti il primogenito di Isacco fu Esaù, ma Giacobbe, con la complicità della madre Rebecca, ingannò il padre vecchio e cieco e si fece benedire al posto del fratello maggiore. Poi scappò per sfuggire all'ira di Esaù e anche per prendere moglie tra le figlie del fratello della madre.
Il sole splende tra le rocce innevate e mi stupisce che Colui che splende abbia un progetto così oscuro. La madre, Rebecca, è tutt'altro che una donna devota e rispettosa del marito: è una donna che congiura con uno dei figli per ingannare un povero vecchio e cieco ai danni dell'altro figlio. E Isacco manda Iacob a prendere moglie tra i parenti di Rebecca, dallo zio Labano. Va bene, mi adeguo ma non capisco.
Iacob autem genuit Iudam. Autem, autem davvero. Infatti Iacob si era innamorato di Rachele, la figlia minore di Labano e questi l'aveva promessa in sposa a Iacob se Iacob avesse lavorato per lui sette anni. Ma dopo sette anni, gli mise nel letto la figlia Lia, per paura di tenersela in casa zitella. Iacob si adombrò, e Labano, serpente come la sorella Rebecca, gli diede in moglie anche Rachele, ma dopo Lia e altri sette anni di lavoro!
C'è da credere che Dio disapprovasse il comportamento di Labano e comprendesse perchè Iacob preferisse Rachele. Al contrario, la scrittura dice che Dio vedendo che Iacob trascurava Lia per Rachele, rese feconda Lia e lei partorì Ruben, Simeone, Levi e Giuda. Perciò Rachele, non avendo figli, si rattristò e mise nel letto di Iacob la schiava Bila, perchè Iacob la ingravidasse e lei partorisse tra le gambe di Rachele e Rachele avesse figli. Così Bila partorì Dan e Neftali.
Lia a sua volta, per non restare indietro, mise tra le braccia di Iacob la propria schiava Zilpa la quale partorì Gad e Aser. Un giorno Ruben, figlio di Lia, trova delle mandragore, delle erbe che si riteneva curassero la sterilità. Rachele, l'unica che ancora non ha avuto figli, chiede a Lia le mandragore e Lia le concede a patto che Iacob quella notte si corichi con lei. Perciò Lia resta ancora incinta e partorisce prima Issacar, poi Zabulon.
Alla fine anche Rachele partorì due volte: prima Giuseppe, quello che finirà schiavo del faraone, poi Beniamino, il quale nacque mentre la madre moriva e la cui discendenza fu sterminata per la violenza che commise contro una schiava.
Iudas autem genuit Phares et Zaram de Thamar. Forse nessun autem è più autem di questo.
Infatti: anzitutto Giuda era solo il quartogenito, quindi non c'era motivo che la benedizione di Iacob passasse a lui. Senonchè il primogenito Ruben aveva avuto rapporti con Bila, la schiava di Rachele concubina del padre. Simeone e Levi invece erano violenti e detestabili: infatti avevano sterminato gli abitanti di Sichem per lo stupro subito dalla sorella Dina.
Perciò Iudas autem genuit Phares. Autem de Thamar: la scrittura precisa bene che Giuda generò Fares da Tamar. Infatti Tamar era la moglie di Er, figlio maggiore di Giuda, il quale però morì senza figli. Allora Giuda diede Tamar in moglie al secondogenito, a Onan, il quale aveva in antipatia il fratello Er e per non dargli una discendenza, si diede all'onanismo spargendo il seme. La qual cosa non piacque a Dio che fece morire anche Onan. A questo punto Iudas ci pensò su prima di dare Tamar in moglie al terzogenito e la rimandò al padre di lei in attesa che il figlio crescesse ma con l'intenzione di sorvolare sull'impegno preso.
Il libro ci informa che dopo la morte della propria moglie Iudas fa un viaggio, e incontrando Tamar che si era finta prostituta, si unisce a lei ed ella partorisce appunto o autem i gemelli Phares e Zaram. Tamar è la prima donna che compare nella dinastia o generazione di Iesus Christi secondo Matteo: più giusta di Giuda, egli stesso lo ammette. Perciò la donna che partorì uno degli antenati del Giusto fingendosi prostituta merita di essere ricordata in una genealogia che non appare molto decorosa in quanto genealogia.
Phares autem genuit Esron.
Esron autem genuit Aram.
Aram autem genuit Aminadab.
Aminadab autem genuit Naason.
Naason autem genuit Salmon.
Salmon autem genuit Booz.
Booz autem genuit Obed ex Ruth.
Da Fares a Boot le generazioni sprofondano per me nell'oscurità: i figli di Israele si riproducono in Egitto, poi fuggono, poi conquistano la Terra promessa, poi al tempo dei giudici a causa di una carestia uno di loro se ne va in terra straniera. Qui i due figli di quell'ebreo sposano donne straniere, ma muoiono senza aver avuto figli. La moglie lascia libere le nuore di tornare alle proprie famiglie, ma una di esse, Ruth restò con lei dicendo: “il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio”. A lei è dedicato uno dei libri storici dell'Antico Testamento, nel quale si narra della sua bontà e della sua virtù e di come l'ebreo Booz si innamorò di lei e da lei ebbe il figlio Obed. È la seconda donna citata nelle generazioni di Iesus Christi, neppure lei è ebrea e anche lei merita di essere considerata giusta, più di Sara e Lia e Rebecca in ogni caso.
Obed, figlio di Ruth, autem genuit Iesse. Iesse, quello della promessa: un virgulto sorgerà dal tronco di Iesse. Iesse che lottò con il profeta perchè ungesse re uno qualunque dei figli, ma non l'ultimo, il più mingherlino, il pastore Davide.
Iesse autem genuit David regem. Generò il re Davide.
La vita di Davide è uno splendore, un trionfo. Macchiata forse da un unico grande peccato: un giorno vede dalla finestra una magnifica donna che fa il bagno, la chiama e va a letto con lei. Lei resta incinta e il re temendo lo scnadalo richiama il marito, Uria l'Hittita, dalla guerra sperando che questi si corichi con la moglie e si confonda la responsabilità della gravidanza. Ma Uria è un guerriero dai saldi principi, e in guerra non ha rapporti con donne, forse per non essere disturbato in battaglia dal timore di lasciare orfano un figlio piccolo. Perciò Davide ordina ai suoi generali di fare in modo che Uria muoia in battaglia.
David autem rex genuit Salomònem ex ea quae fuit Uriae. Tuttavia davvero tuttavia Davide generò Salomone da colei che fu di Uria. Ed ecco una terza donna, neppure lei Ebrea, in apparenza non tanto giusta né irreprensibile quanto le altre, una donna di cui non sappiamo quanto ci mise di suo nella vicenda e ci chiediamo se Davide la vide per caso mentre si faceva il bagno, o se lei sapeva che il re l'avrebbe vista, e che non fece al re la resistenza che Susanna fece ai due vecchi smascherati dal figlio Salomone.
In ogni caso il figlio nato da quell'adulterio morì, Salomone è il secondo figlio che Davide ebbe dalla donna che fu di Uria, Betsabea, dopo la morte del marito di lei.
Salomon autem genuit Roboamo. Salomone il cui nome è sinonimo di saggezza e sapienza, per onorare le quali la stessa regina di Saba venne in pellegrinaggio a Gerusalemme, costruì il tempio ed ebbe settecento mogli e trecento concubine. La prima moglie era figlia del Faraone di Egitto. Tuttavia generò Roboamo da Naamà, una donna ammonita, di quel popolo cioè con cui gli ebrei combatterono crudelmente. Forse Salomone non fu così saggio come il libro vuole farci credere, in ogni caso il figlio fu ancora più sconsiderato e sotto il suo regno Israele si divise in due. Giuda a sud, Israele a nord.
Roboam autem genuit Abiam.
Abias autem genuit Asa.
Asa autem genuit Iòsaphat.
Iòsaphat autem genuit Ozìam.
Ozìas autem genuit Iòatham
Iòhatam auten genuit Achaz.
Achaz autem genuit Ezechiam.
Ezechias autem genuit Manàssen.
Manàsses autem genuit Amon.
Amon autem genuit Iosiam.
Iosias autem genuit Iechoniam et fratres suis in trasmigratiòne Babylonis.
Autem e genuit girano vertiginosamente e fanno perdere l'orientamento. Secoli di misfatti e crudeltà e sangue e stupidità tra la costruzione del tempio e la deportazione a Babilonia, la trasmigratiòne come eufemisticamente la chiama Matteo. Con i fratelli di Iechoniam tiro un respiro di sollievo tra un autem e un genuit.
Ma subito la cantilena riprende. Et post transmigratiònem Babylònis Iechonias genuit Salathiel. Senza autem. Come Abramo generò Isacco, Ieconia generò Salatiel.
Salàthiel autem genuit Zoròbabel.
Ricomincia la storia dopo il dolore dell'esilio. Sembra che gli uomini abbiano bisogno di soffrire per tornare alla ragione, ma subito dopo si scordano la lezione imparata e autem genuit.
Zoròbabel autem genuit Abiud.
Abiud autem genuit Elìacim.
Elìacim autem genuit Azor.
Azor autem genuit Sadoc.
Sadoc autem genuit Achim.
Achim autem genuit Eliud.
Eliud autem genuit Eleàzar.
Eleàzar autem genuit Mathan.
Mathan autem genuit Iacob.
Iacob autem genuit Ioseph virum Mariae.
Giuseppe l'uomo di Maria. Lo sposo, va bene lo stesso per carità. Ma vir è maschio, virile, eroe, forte, virtuoso.
Quattordici generazioni da Abramo a Davide, quattordici da Davide all'esilio, quattordici dall'esilio a Giuseppe, l'uomo di Maria, de qua natus est Iesus qui vocatur Christus. Dalla quale è nato Gesù chiamato il Cristo. Iacob non genuit Iesus, né con né senza autem. Ma lui raccoglie la promessa, con tanta forza quanta ne impiegò Onan per non dare una discendenza ad Er. Perchè se Onan era tanto certo che il figlio da lui generato non sarebbe stato suo ma del fratello Er da giocarsi la vita. Giuseppe non poteva essere meno certo che da chiunque e dovunque venisse, quello nato da Maria era figlio suo.
Tre volte quattordici generazioni, quasi tutte pater autem genuit filium, e quattro donne: una quasi prostituta, una straniera, una adultera. La quarta così trasparente da essere amata e venerata da Dio stesso. L'unica ebrea nominata. Di lei Matteo non dice di chi era figlia, se fosse discendente di Davide o meno.
Rileggo a voce alta, più volte al giorno le quarantadue generazioni e ogni volta mi rendo conto di quanti abissi mi sfuggono. Ogni volta vengo suggestionato da un suono, un richiamo lontano, antico come le rocce che ho dinanzi, un'eco di altrove.
Mi rendo conto che potrei passare la vita a ripercorrere queste generazioni.
C'è qualcuno, laggiù, arrabbiato perchè me ne sono andato senza pagare il conto.
Non venitemi a cercare.
Io ho disertato.

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