mercoledì 27 marzo 2013

Vegetarianesimo pasquale

Lanza del Vasto era vegetariano e nella Bibbia sta scritto che Dio nel Paradiso terrestre diede agli uomini da mangiare i semi delle piante.

Purtuttavia il vegetarianesimo contemporaneo spaventa. Si associa in genere a due fattori: da un lato la compassione per gli animali, la loro carne e le loro pellicce, va di pari passo con l'indifferenza verso gli uomini, dall'altro vuole giudicare da mille miglia con la vista corta di una spanna.

Ad esempio la questione dei beagle usati per la ricerca. Come se ci fossero ricercatori che torturano i cani per piacere, per un qualche gusto personale.



Uno dei grossi problemi della ricerca farmaceutica contemporanea sono proprio i modelli sperimentali e a nessun ricercatore sfugge la differenza tra animali e uomini, ma neppure tra maschi e femmine, tra bambini e anziani, tra neri e caucasici, e via elencando. Al punto che in molti farmaci il bugiardino precisa che non vanno utilizzati sotto i dodici anni di età o nei bambini non perchè è dimostrato che sono dannosi a quell'età, ma perchè non è possibile condurre sperimentazioni sui bambini. Il che si traduce in un danno proprio per i bambini, ai quali molti farmaci sono così vietati.

Un altro  esempio della cecità dei vegetariani è che si scandalizzano quando un agnello viene ucciso per la Pasqua, ma non sentono alcun rimorso quando bevono un bicchiere di latte o mangiano un formaggio. A costoro sfugge evidentemente la dinamica con la quale il latte viene prodotto. Proviamo a spiegargliela: le mucche "vergini" non producono latte, cominciano solo dopo la prima gravidanza. Ora, quando una mucca partorisce può essere che partorisca una vitella, la quale viene allevata per produrre altro latte. Dopo lo svezzamento la mucca madre produrrà quindi latte ad uso umano. Ma può anche succedere che nasca un vitello, o no? Ora, i vitelli nati da mucche produttrici di latte vengono ammazzati alla nascita, prima ancora che bevano il primo sorso di latte, che sotrarrebbero alla produzione e quindi al guadagno. Il latte sugli scaffali dei nostri supermercati è macchiato dal sangue di tutti i vitelli uccisi nei loro primi istanti di vita, signori vegetariani.

In generale tuttavia i vegetariani quando calcolano la terra necessaria per sfamare una popolazione con una alimentazione vegetale o mista, dimenticano anche che i vegetali che noi mangiamo sono diversi da quelli che mangiano gli erbivori. I terreni coltivati a foraggio o le pampe argentine dove le mandrie vivono allo stato semibrado, ospitano una pluralità di forme viventi che i campi coltivati a frumento o a granturco non hanno, forme viventi che sono state eliminate per fare spazio ai nostri generi alimentari.

Nell'insieme il vegetarianesimo assomiglia ad un pallido anelito ad un mondo felice, a quei Saturnia Regna dove leone e vitello pascolano insieme, tempi riscattati da una catara ansia di astensione dal male. Puzza pelagiana! Poichè l'uomo non si salva con le proprie mani e ogni tentativo dell'uomo di fare il bene da sè, produce un male peggiore.

Per quanto mi riguarda io non mi faccio scrupoli di seguire le orme del Cristo, il quale il giovedì santo mangiò l'agnello a casa di un tale. O di San francesco che ai suoi fraticelli raccomandava di limitarsi alle carni degli animali con due zampe, non per ostilità verso gli uccelli ai quali predicava ma per scelta di povertà.
A me preoccupa chi vuole essere più buono di Dio.

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