sabato 5 maggio 2012

perchè la disperazione degli imprenditori

Le vedove degli imprenditori suicidi in corteo a Bologna: i nostri mariti erano disperati, non pazzi.
Un contribuente con un debito di 44 mila euro nei confronti dello stato, riceve una cartella esattoriale di 2 mila euro: sequestra alcune persone e rischia 8 anni di galera.
Espressioni entrambe di disperazione. Non c'è dubbio.
Ma disperazione di cosa? Perchè imprenditori e contribuenti dovrebbero essere disperati?
Il mestiere degli imprenditori è affrontare le difficoltà, superare gli ostacoli. Se sono disperati per la crisi economica, hanno sbagliato mestiere. Quando il gioco si fa duro si vedono i duri. I veri imprenditori non sono quelli che raccolgono i contributi sparsi a pioggia da mamma stato.
I contribuenti pagano le tasse. Se un contribuente non vuole pagare, scelga di non fare il contribuente, evada, si nasconda, espatri. perchè mai dovrebbe essere disperato?

Siamo seri: la discussione in questa italietta è sempre più deprimente.
Imprenditori e contribuenti non sono disperati perchè il loro lavoro si è fatto più difficile, ma per l'incertezza in cui sono obbligati a manovrare.
Faccio solo tre domande (ma potrebbero essere infinite) dalla risposta ovvia, e soprattutto mi domando perchè si discuta di tutto ma non di questo.
  1. mi sapete dare il nome di un commercialista in Italia in grado di compilare una banale dichiarazione dei redditi con la certezza assoluta di non rischiare sanzioni?
  2. mi sapete dare il nome di un consulente del lavoro in Italia in grado di assumere e pagare un qualsiasi piccolo numero di dipendenti con la certezza assoluta di poter affrontare una visita da parte dell'Ispettorato del Lavoro o dell'INPS senza aver nulla da temere?
  3. mi sapete dare il nome di un geometra o un architetto in grado di presentare un qualunque progetto di ristrutturazione edilizia con la certezza assoluta che verrà approvato e i tempi nei quali verrà approvato?
Ora: la contabilità, i dipendenti e il lay out del luogo di lavoro sono gli elementi base di qualunque attività economica. Senza certezze su questi pilastri gli imprenditori sono usurati dalla nevrosi, e quando esauriscono le proprie risorse interiori si dice che sono "disperati". Già. E allora anzichè correggere gli errori, si fanno marce, si solidarizza, si raccolgono fondi.
La fiera dell'ipocrisia.
I guerrieri sono fatti per combattere. Metteteci nelle condizioni di combattere. Forse non diventeremo ricchi. Ma sicuramente non saremo disperati.
Ancora nel 64 Fuller diceva che una legge "legittima" è una legge che non pone alcun ostacolo alla propria applicazione vedi qui . Tradotto significa che ogni cittadino con un livello medio di cultura dovrebbe essere in grado di compilare la propria dichiarazione dei redditi, di assumere e pagare dipendenti e di rapportarsi con l'amministrazione pubblica senza ricorrere ad intermediari o esperti e senza il rischio di sanzioni quando è in buona fede.
Possiamo realisticamente credere che l'Italia vada in quella direzione? No, io onestamente non ci credo.
Perchè le lobby dei consulenti sono troppo forti e preferiscono veder morire il paese con tutti i suoi abitanti piuttosto che cercarsi un altro più decoroso lavoro.
Perchè al governo ci sono persone incompetenti e in mala fede.
Perchè i sindacati nel torbido ci sguazzano.
Perchè i cittadini onesti hanno la mente annebbiata da ideologi e pensatori confusi.
Quindi?
Quindi bisogna trovare comunque il modo per restare razionali e non cedere alla disperazione.
Io ne conosco uno solo: Non turbetur cor vestrum. Credite in Deum et in me creditis.

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