venerdì 28 dicembre 2012

Abbasso Fikasicula

Dopo mesi di tentennamenti mi ero sbilanciato a dire che apprezzo il percorso di Femminismo a Sud.
Male me ne incorse, perchè quasi in tempo reale le FAS escono di testa: nel perfetto stile delle ronde fasciste vanno ad attacchinare sulla bacheca di don Mario forti della propria ignoranza e presunzione.
Ovviamente Fikasicula è un po' più sgamata qui.
Faccio fatica a leggere queste elucubrazioni perchè mescolano cose intelligenti a cortocircuiti logici, a mio parere a causa di una povera osservazione del reale.
Provo a decodificare: concedo a miss Fikasicula il parallelo tra il parroco e le femministe autoritarie, in quanto entrambi vorrebbero etero-determinare la gestione del corpo femminile.

Ma la similitudine è solo apparente, perlomeno per i tanti don Mario che io conosco. I preti/preti (intendo, i preti convinti di fare i preti, come lo può essere un prete che diventa prete dopo aver fatto una carriera militare come il don in questione, insomma i preti-non-pentiti) anche quando si esprimono sui comportamenti femminili, mai e poi mai invocherebbero un intervento terzo.
Per capire questa differenza dobbiamo risalire al superamento del concetto di guerra di religione in ambito cattolico. Fino a qualche secolo fa (non sono concetti nuovi, ma purtroppo la storiografia luterana li ha nascosti alla maggioranza anche dei cattolici) il concetto di libertà religiosa in ambito cattolico era messo in discussione dall'osservazione che la carità esige che ci si preoccupi del bene altrui e il bene massimo è la conoscenza della verità quindi lasciar libero corso all'eresia va contro la carità.
Questo ragionamento ormai è archeologia: i cattolici sanno che la verità senza la libertà non conta nulla e che la libertà di coscienza va tutelata per tutelare la libera adesione alla verità che è in sè il bene supremo.
Di conseguenza, anche quando don Piero afferma qualunque cosa sul corpo delle donne, quelle qualunque affermazioni sono proposte alla libertà di ogni singola donna, la quale può farle proprie o respingerle nella massima libertà. Nessuno dei tanti don Mario ha mai avuto alcuna crisi di coscienza nell'incontrare donne in minigonna: bisogna davvero non aver capito nulla nel manifestare in questo modo sperando di dire qualcosa. Al contrario si dimostra di non aver capito nulla.
Un apologo dei padri del deserto (non proprio l'altro ieri) racconta di un famoso eremita che scendendo dalla montagna e avvicinandosi alla città vede una prostituta vestita da prostituta, oibò. Egli la apostrofa e l'insulta che è scostumata e che si vesta decentemente. Lei gli risponde: "che ci fai qui, sant'uomo. Torna da dove sei venuto". L'apologo conclude così: l'eremita capì e tornò alla sua montagna.
Questo è ciò che i cristiani ortodossi e cattolici pensano del vestire delle donne.
Siamo mille miglia lontani dal nazifascismo delle femministe autoritarie e della loro caccia alla pubblicità sessista!

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