giovedì 29 marzo 2012

Se Dio non c'è, tutto va regolamentato

Per Ivan Karamazov nel romanzo di Dostoevsky "se Dio non c'è, tutto è permesso".
Questo potrebbe significare che l'allontanamento dalla religione e l'eclissi di Dio vanno di pari passo con la diminuzione di regole e leggi. Evidentemente Dostoevsky si è sbagliato, perché al contrario nelle società avanzate la secolarizzazione va di pari passo con l'ipertrofia legislativa.


Dove Dio scompare dalla vita sociale, le società vengono prese da una frenesia regolamentatoria: ogni singolo aspetto della vita va valutato e da qualche parte qualcuno deve dire come ci si deve comportare.
Si può decidere di por fine alla propria vita, ma solo come il legislatore ha previsto. Nella nota clinica svizzera, dopo aver prodotto adeguata domanda e aver dimostrato di rientrare nei canoni previsti.
Ma se si vuole giocare in una squadra di calcio dilettanti, si deve produrre un certificato medico, perché non succeda che un infarto ci colga nell'area rigore avversaria nel bel mezzo di un rovescio memorabile.
Intendiamoci: il problema non è la prevenzione. Ancora molto resta da fare e non avremo mai fatto abbastanza per capire la misteriosa macchina che fa battere il nostro polso 60-80 volte al minuto per 60-80 anni. Il problema è che se Tizio sa di avere una cardiopatia, ma preferisce rischiare di morire sul campo da calcio che essere certo di morire in un letto di rianimazione, la società senza Dio gli nega l'opportunità. Nessun medico gli firmerà mai un certificato di idoneità sportiva. Una autocertificazione non viene presa in considerazione.
Si può fumare e si chiede la liberalizzazione delle droghe leggere, ma qualcuno vorrebbe imporre il caschetto per i ciclisti.
La prevenzione degli infortuni sul lavoro è importante, ma si impone un Documento di Valutazione dei Rischi, la nomina di un Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione e la frequenza di un adeguato corso allo stesso, in realtà lavorative che non hanno registrato un solo incidente sul lavoro negli ultimi 65 anni.
Si proclama la necessità delle liberalizzazioni, ma si propone di istituire un apposito registro o albo per igieniste, massaggiatrici, estetiste e, perché no?, parrucchiere.
Ebbene, se Dio non c'è tutto va regolamentato. Perché chiunque si sente autorizzato ad occupare quel posto vuoto e a distinguere il bene dal male, a suo insindacabile giudizio.
Così lastricheremo la via dell'inferno di regole, leggi e decreti.

cfr Relativism’s Moral Mission, R.R. Reno,First Things 2012(3)

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