mercoledì 25 marzo 2020

Un amore che finisce

C'è qualcosa più triste di un amore che finisce nell'odio, nel disprezzo?
Eppure è quasi la norma, a guardarsi attorno, ed è tristissimo.
Ripenso alla perdita dei miei genitori, di alcuni parenti, di alcuni amici.

Ecco, l'unica perdita a cui forse posso avvicinarlo è quella di due amici suicidi.
Lei una brillante dottoressa. La notte prima avevamo fatto la guardia insieme, la sera dopo non si è presentata alla riunione. Si era suicidata con il figlio al mattino. A distanza di 20 e più anni mi è rimasto un senso di delusione: non una parola, non un gesto. Forse che non avrei fatto qualsiasi cosa se lei mi avesse detto cosa le mancava?
Poi un amico con cui avevamo fatto tanta politica insieme. Aveva progettato di entrare in seminario. Un giorno è sparito. L'hanno trovato mesi dopo in una grotta. Anche qui come un tradimento, come se avesse mancato alla fiducia che avevo in lui, nella nostra amicizia.
Un amore che finisce nell'odio è simile.
Lascia un dolore e una delusione simili.
Se è stato una rapporto sincero, comunque sia andata, non può non restare almeno il rispetto, l'affetto.
Posso capire il dolore. Ma le persone forti non hanno paura del dolore, lo affrontano a testa alta. Ti salutano con le lacrime agli occhi e vanno per la loro strada. Ti mandano un saluto, ogni tanto ti chiedono come stai.
Le altre invece ti bloccano. Non ti rispondono, ti ignorano.
Come il mio amico Giuliano. Muoiono dentro o lasciano morire quella parte di sè che condividevano con te. Pensano che saranno felici quando ti avranno dimenticato. La verità è che saranno solo più sole. Più povere.

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